Con una straordinaria performance, domenica 30 aprile, l’VIII edizione del Concerto di Primavera, nella sua sede naturale, ha fatto di nuovo il pieno di pubblico e di consensi. Come sempre protagonisti dello splendido pomeriggio musicale dedicato alla grande musica sul tema dell’Amore (ma con alcune divagazioni) sono stati la soprano Michela Varvaro, il Coro Polifonico “Giovanni Maria Nanino” e i solisti dell’Orchestra da Camera Tiburtina: una squadra al cento per cento tiburtina indicativa – per coloro che ancora stentano a riconoscere le potenzialità del nostro territorio – dell’altissimo livello dei musicisti che gravitano nella nostra città.
Guarda tutte le foto su Facebook!
Guarda tutte le foto su Facebook!
Durante la prova aperta delle ore 15,00 grande presenza di pubblico internazionale: un fiume di volti incuriositi e favorevolmente stimolati dall’ensemble vocale-strumentale. Alcuni si soffermavano per qualche brano, altri per tutta la prova, tutti esprimendo nei modi più diversi entusiasmo per l’inaspettata sorpresa musicale. Un profluvio di applausi e consensi di cui gli esecutori erano già sazi alla fine della prova generale.
Alle 18,00 ha avuto inizio il Concerto ancora di fronte ad un nutrito pubblico, stavolta in buona parte formato da nostri concittadini, per alcuni dei quali la partecipazione a questo evento musicale è divenuta un appuntamento irrinunciabile. La prima parte ha visto l’esecuzione di composizioni del tardo Rinascimento, in perfetta sintonia con la splendida dimora ospite, con balletti e madrigali di autori attivi nella corte degli Este e in particolare in quella tiburtina: tra questi ci piace segnalare le due finissime canzonette Alcun non può saper e Occhi ladri d’amor di G. M. Nanino rispettivamente su testi di Ludovico Ariosto e Giovan Battista Guarini, e il notissimo madrigale Zefiro torna di Luca Marenzio su testo di Francesco Petrarca.
Nella seconda parte l’entrata in scena della Varvaro e degli strumentisti ha proposto una serie di notissime composizioni del repertorio lirico e vocale in genere come la celebre aria Della crudele Isotta da L’Elisir d’Amore di Donizetti o il Coro delle incudini dal Trovatore verdiano; momento particolare l’esecuzione di una deliziosa melodia di Rodolfo Campa (1886-1963), Le Fragole, su testo di Rocco Pagliara, mirabilmente interpretata dalla Varvaro che ha ricevuto grandi elogi dagli eredi del compositore, intervenuti al concerto: dalla figlia e soprattutto dalla nipote, prof. Cecilia Campa, docente presso il Conservatorio di S. Cecilia. A tale momento è da collegare l’intervento del musicologo Johann Herczog, marito della professoressa Campa, che ha espresso il plauso non solo per l’esecuzione del brano, ma per tutto il concerto e anche per l’attività musicologica del prof. Maurizio Pastori, direttore del consesso vocale e strumentale, per la sua recente opera su Giovanni Maria Nanino pubblicata dall’Istituto di Bibliografia Musicale e dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma.
Nella terza parte le divagazioni sull’Amore: Spark, una composizione per pianoforte di Pierluigi D’Amato dedicata al figlio Lorenzo, indicativa dell’amore paterno; una luminosa (e difficilissima) Ave Maria a 4 voci di Franz Liszt eseguita dal Coro, indicativa dell’amore per la Madre celeste; il noto Va’ pensiero, per celebrare l’amore di patria e una riduzione del noto tema corale (An die Freude/Inno alla Gioia) della Nona Sinfonia di Beethoven, Inno Europeo, per sperare in un’Europa migliore, eseguiti con vera bravura ancora dal Coro e dagli strumentisti.
Dopo un richiestissimo bis l’oramai presentatrice ufficiale del concerto, prof. Rita De Santis, che durante il concerto ha sapientemente preparato il pubblico all’ascolto dei quindici brani eseguiti, ha congedato il pubblico entusiasta ringraziando la direzione del Monumento, il Comune di Tivoli, la Fenice Arts Academy, il dott. Giancarlo Tammaro che ha gentilmente messo a disposizione lo storico pianoforte Erad e il folto pubblico che, nonostante l’orario, si è piacevolmente intrattenuto con gli esecutori.