L'Archivio Capitolare del Duomo di Tivoli
La prima notizia circa la costituzione ufficiale di un Archivio Musicale si trova nella richiesta del canonico Celestino Della Vecchia, in qualità di praefectus musicae, nella riunione capitolare del 16 aprile 1852. All’epoca l’archivio, a parte i libri corali, doveva essere molto modesto in quanto le composizioni manoscritte dei maestri succedutisi alla guida della cappella musicale solitamente seguivano i rispettivi autori. L’Archivio oggi conserva 703 manoscritti (che contengono ben 1015 composizioni) e alcune edizioni pubblicate tra il XVI e il XX secolo. Oltre la metà dei manoscritti (363 su 703) fu acquisita in seguito al lascito testamentario del canonico Stanislao Potini (4 maggio 1900). I manoscritti del secolo XVIII sono quasi tutti autografi di Giuseppe Leoni (75 su 104). Grazie ai contatti di don Stanislao con l’ambiente musicale romano, l’archivio tiburtino si è arricchito di una cospicua parte di opere di autori dell’Ottocento tra i quali figurano Pietro Terziani (148 manoscritti), Giovanni Aldega (35 manoscritti), Gaetano Capocci (19 manoscritti), Settimio Battaglia (11 manoscritti) e Nazzareno Rosati (15 manoscritti). Il catalogo dell’archivio è stato realizzato dal prof. M. Pastori nel 2004 ed è consultabile presso l’autore e presso la biblioteca dell’Istituto di Bibliografia Musicale (I.Bi.Mus.), all’interno della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma.
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