Un evento davvero particolare ha animato il pomeriggio tiburtino
di sabato 18 agosto, presso le Scuderie estensi: i due giovani artisti Ági
Jókai (voce) e Dániel Dobri (chitarra) hanno
accompagnato i presenti in un viaggio virtuale alla scoperta della
cultura musicale popolare ungherese eseguendo canzoni folkloristiche e
chansons, in propria elaborazione, nonché composizioni originali di Dániel
Dobri.
Csillagok, csillagok (Stelle, stelle scintillate per bene), Eji a titkos szerelem (Ahi, l’amore
segreto), Hidegen fújnak a szelek (Soffiano i venti freddi) e Beleszerettem magába (Pál Ábrahám-Imre Harmath, Mi sono innamorato di lei) sono solo alcuni dei brani eseguiti, che il tocco e la maestria di Dobri uniti alla tecnica vocale (che ha rispecchiato esattamente lo stile canoro tradizionale dei brani) e l’interpretazione di Jókai, che sa trasferire e utilizzare perfettamente la sua esperienza di attrice nelle performance musicali, hanno reso delle esperienze originali e fresche per il pubblico tiburtino. Deliziosa Meseautó, La macchina delle favole, excursus musicale nel cinema ungherese anni ’30 che, per altro, aveva buon seguito in Italia.
Fekete éj, bús takaró è un lavoro originale di Dobri, in collaborazione con Kamill
Kricsár, il titolo è traducibile con le evocative parole Notte nera, coperta
triste. L’ultima parte del concerto, quella definita giustamente da Johann
Herczog, musicologo, collaboratore
dell’Accademia d’Ungheria e voce guida della
serata, la sezione “più letteraria”, comprendeva un’altra fatica di Dobri: Már
megint hogy zuhog (Come sta di nuovo piovendo), su testo di William
Shakespeare, brano che ha per altro riproposto un tema molto presente nel programma:
la pioggia. Sempre in questa sezione, un’interessantissima versione di S’il
dissi mai (Giovanni Pierluigi da Palestrina su testo di Francesco Petrarca,
dal Canzoniere).
Ági Jókai è nata a Komárom (Slovacchia) ed è cresciuta bilingue tra la cultura ungherese e quella slovacca. Dopo aver ultimato i suoi studi presso l’Università di Arti Performative a Bratislava ha intrapreso la carriera di attrice. Si è esibita anche per il pubblico romano all’Accademia d’Ungheria a Roma.
Dániel Dobri, nato a Zalaegerszeg (Ungheria), è diplomato in chitarra e composizione. È interessato a tutti gli stili musicali, compone con la stessa naturalezza brani dodecafonici come canzoni popolari e collabora con poeti ungheresi affermati. Da anni si dedica felicemente alla musica di scena scrivendo per teatri in Ungheria e all’estero. La sua opera teatrale Egy másik Róma (Un’altra Roma) sarà eseguita nell’ambito del Romaeuropa Festival.
Ági Jókai è nata a Komárom (Slovacchia) ed è cresciuta bilingue tra la cultura ungherese e quella slovacca. Dopo aver ultimato i suoi studi presso l’Università di Arti Performative a Bratislava ha intrapreso la carriera di attrice. Si è esibita anche per il pubblico romano all’Accademia d’Ungheria a Roma.
Dániel Dobri, nato a Zalaegerszeg (Ungheria), è diplomato in chitarra e composizione. È interessato a tutti gli stili musicali, compone con la stessa naturalezza brani dodecafonici come canzoni popolari e collabora con poeti ungheresi affermati. Da anni si dedica felicemente alla musica di scena scrivendo per teatri in Ungheria e all’estero. La sua opera teatrale Egy másik Róma (Un’altra Roma) sarà eseguita nell’ambito del Romaeuropa Festival.
I due artisti, vincitori di una borsa di
studio presso l’Accademia d’Ungheria a Roma, si esibiscono insieme
dall’estate 2017 e hanno regalato un evento musicale, promosso da Amici della
Musica di Tivoli, particolare e interessante per la città, legata all’Ungheria
anche attraverso la figura di Franz Liszt.
Da YouTube, la performance romana di "Már
megint hogy zuhog" (Dániel Dobri su testo shakespeariano)