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Foto di Francesco M. Giansanti |
Esecuzioni ispirate e impeccabili, quelle che hanno visto protagonisti Andrea Camerino, Eleonora Giosuè e Angelo Maria Santisi (affiatato trio d’archi dell’Orchestra da camera tiburtina) con Daniele Rossi all’organo di San Francesco in Tivoli. Un’ora di atmosfere raccolte, di volute melodiche, di armonie gioiose e compunte. Tutto, come direbbe Bach, “Ad Maiorem Dei Gloriam”, davanti alla preziosa icona della Theotokos esposta sull’altare maggiore.
Il terzo concerto della Stagione 2015 AMT, un percorso affascinante attraverso il genere delle sonate da chiesa, ha commosso e stupito. Con un incipit magniloquente, la perla bachiana del Praeludium et fuga in mi minore BWV 548, monumentale creazione del Kantor di Lipsia, vero e proprio fiume sonoro che scorre tra bassi alla pedaliera e ripieni aulici. Quindi, l’eleganza dello stile italiano. La Sonata a Tre in si minore op.1 n. 8 di Albinoni, toccante nei tempi gravi, e la Sonata da Chiesa in re minore di Corelli, perfetta sintesi di geometria e “pathos”. Curioso e affascinante il programma “speculare” dedicato a Mozart. Con le sonate da chiesa KV 244 e 245, scritte quando Amadeus era primo violinista alla corte di Salisburgo, contrapposte a quelle KV 274 e 336, risalenti al periodo tardo in cui era “declassato” a organista. Nel primo blocco i violini la fanno da padrone, nel secondo si assapora invece un Mozart inusuale che concede molto all’organo. Sorprendente. Al termine del concerto Daniele Rossi ha tributato il giusto applauso al compianto Ponziano Bevilacqua, costruttore del grande organo di San Francesco negli anni Settanta (uno strumento dalla raffinata timbrica, quantomai bisognoso, oggi, di cura e attenzione).(a.m.) |
Foto di Francesco M. Giansanti |